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Omelia nella Messa di suffragio di S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri

Sava, 29 luglio 2017

“Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più: la morte non ha più potere su di lui” (Rom 6, 9).

Ieri pomeriggio, nella Cattedrale di Trani, luogo del magistero di don Giovanni, il Card. De Giorgi, durante il rito funebre, ha magistralmente tratteggiato la figura e la personalità di Mons. Pichierri, mettendo in risalto il suo servizio ministeriale svolto con zelo e passione di evangelizzatore.

Oggi, nel dare l’ultimo saluto a Questo illustre cittadino di Sava, desidero cogliere alcuni insegnamenti che ci ha lasciato.

Mons. Pichierri nel suo ultimo e definitivo rientro nella sua città natale, ha sostato nella Chiesa Matrice, dove aveva iniziato il suo percorso da cristiano. Nel fonte battesimale di quella Chiesa, 74 anni fa, era stato immerso nella morte di Cristo e con lui era stato sepolto per risorgere a vita nuova, quella vita che mai più finirà, quella vita che è l’unico titolo con il quale il Padre ci riconoscerà e ci accoglierà: la vita di figlio di Dio!

In quel fonte è diventato cristiano, e pensando al battesimo di don Giovanni, non possiamo non ricordare la riflessione di Sant’Agostino: “Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano. Quel nome è segno dell'incarico ricevuto, questo della grazia; quello è occasione di pericolo, questo di salvezza” (Discorso 340, 1)

Sin da ragazzo ha curato che il dono di questa vita nuova crescesse sempre più e il metodo utilizzato è stato molto semplice e altrettanto efficace: ha sempre privilegiato il contatto diretto con Gesù presente nell’Eucarestia. A Lui si rivolgeva con grande fiducia, sin dai momenti della scelta vocazionale e anche dopo, nei momenti di buio nel suo ministero e, dalle sue confidenze, sappiamo che il Signore sempre lo incoraggiava ad aprire il proprio cuore alla fiducia in Lui.

Nella parola che oggi Dio ci ha rivolto, per aiutarci a comprendere il mistero della morte improvvisa ed inaspettata di Mons. Pichierri, ci invita a credere. Si, credere che se siamo morti con Cristo, vivremo sempre con Lui. Dinanzi al corpo esanime di questo successore degli Apostoli, siamo invitati a fare, ancora una volta e in modo più consapevole, il nostro atto di fede nella vita eterna, nella vita senza fine, siamo invitati a credere che la morte non è l’ultima parola ma la penultima, perché l’ultima è: resurrezione, vita!

L’educatore e maestro, Mons. Pichierri, ci sta ancora una volta insegnando che dobbiamo fidarci di Gesù, anche quando tutto sembra andare nel verso sbagliato!

“State pronti!” (Lc 12, 40), ci ha esortato Gesù nel Vangelo. Si, bisogna stare sempre pronti perché l’ora arriva improvvisa, senza preavviso, proprio come è successo a Mons. Pichierri. E questo, se da una parte ci sconvolge perché ci accorgiamo di non essere i padroni della nostra vita, dall’altra deve aprirci il cuore alla speranza e alla gioia perché l’ora di cui parla Gesù non è un’ora buia e senza prospettiva, ma è l’ora dell’incontro con lo sposo, è l’ora della gioia, perché incontrare lo sposo è entrare nella sua gioia! E don Giovanni, sebbene sorella morte lo abbia strappato repentinamente al nostro affetto, crediamo con fede certa che è entrato nella gioia del suo Signore, e che sta nella luce senza tramonto! E da lì ci dà il suo ultimo, in senso cronologico, insegnamento: “Siate pronti”.

Caro don Giovanni, tu che mi chiamavi: “Padre della mia diocesi”, permettimi una confidenza da figlio. Con la tua morte improvvisa ci dici di stare sempre pronti, di prepararci a questo incontro meraviglioso e gioioso con Dio. Non posso non ricordare come hai preparato un tuo Sacerdote giovane di questa tua diletta Chiesa di Trani-Barletta-Bisceglie, all’incontro definitivo con Gesù ordinandolo Sacerdote qualche settimana prima della sua morte; come lo hai accompagnato a vivere la sua sofferenza come offerta sull’altare della Croce e come il Battista, di cui porti il nome, gli hai indicato la via del Cielo. Sei stato vero padre, e credo che proprio don Salvatore ti abbia accolto nel momento della tua Pasqua.

Di questa Chiesa di Oria sei figlio e tale rimarrai per sempre. Avevamo parlato, qualche mese addietro, di un tuo ritorno diverso; mi avevi accennato di un progetto da realizzare al tuo rientro, ma il Signore ha disposto diversamente: sia fatta la Sua volontà!

Ma ora che nella tua diocesi di origine attendi il giorno della resurrezione, intercedi anche per questa Chiesa le grazie che, sono certo, impetrerai dal Signore per le due Chiese che hai amorevolmente servito: Cerignola-Ascoli Satriano e Trani-Barletta-Bisceglie.

Ti diciamo grazie e ti accompagniamo con l’affetto e la preghiera sino al giorno in cui, tutti insieme, vedremo il volto del Padre. Amen.

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