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Omelia nell'Ordinazione Diaconale di Antonio Dell'Aquila, Roberto Lonoce e Marco Stasi

Francavilla Fontana, 26 dicembre 2016 - Basilica del SS. Rosario

Siamo nell'ottava del Natale e la letizia per l’Incarnazione del Verbo di Dio ci riempie e connota anche questa solenne celebrazione. E oggi la Chiesa ci fa celebrare la festa di Santo Stefano, diacono, il primo dei primi sette, e protomartire, primo testimone di Gesù, fino all'effusione del sangue.

Il brano degli Atti degli Apostoli che ci è stato proposto nella liturgia della Parola, bene si addice a tratteggiare le caratteristiche del diacono.

Di Stefano si dice che era “pieno di grazia di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo” (Atti 6, 8). Senza il dono della grazia, che viene dallo Spirito di Dio, non si possono compiere prodigi e segni. E quand’anche ci si riuscisse, non sarebbero comunque segni della presenza del Regno di Dio in mezzo a noi.

Miei cari ordinandi, non trascurate questo fondamentale aspetto nella vostra vita ministeriale. È lo Spirito Santo, che tra poco ricevere come Spirito di servizio, che abilita a compiere prodigi e segni tra il popolo. È lo Spirito che vi invia a servire il popolo santo di Dio. È lo Spirito che, dinanzi al bisogno dell’uomo, vi spinge a chinarvi per lavare i piedi, come ha fatto il servo Gesù. Coltivate, soprattutto con la preghiera, questo atto di fede nell’opera dello Spirito di Cristo Servo in voi: tra poco sarete configurati per sempre a Cristo che si è fatto uomo per servire l’uomo peccatore. In molti credono che l’efficacia di un servo del Signore provenga dalle sue doti umane, dallo spirito di iniziativa, dall’intelligenza pastorale. Sappiate, figli carissimi, che quest’idea è un forte inganno. Certamente le doti umane sono necessarie, ma devono essere messe a servizio del dono dello Spirito, che meglio le specifica e le orienta per il bene del popolo di Dio, permettendo un servizio efficace e che manifesti che l’opera viene da Dio. Non cercate mai la vostra gloria, il successo, anche quello che si definisce pastorale. Cercate il servizio e la libertà nel compierlo. Orientate sempre tutti al Signore, da cui scaturisce ogni forza e potenza.

Quindi, servi di Cristo, servi come Cristo, che in tutta la sua opera ha sempre reso gloria al Padre.

Un’altra caratteristica di Santo Stefano, messa in risalto dagli Atti degli Apostoli, è la capacità di annunzio della parola di salvezza con potenza, tanto che “non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava”.

Vi sarà consegnato il Vangelo, di cui diventerete annunciatori. Il vostro dovrà essere un annuncio fatto con sapienza: avrete sulle vostre labbra la parola di Gesù. E solo quella dovrete offrire ai vostri fratelli e sorelle.

Cari ordinandi, ricordate che la vostra parola sarà tanto più accolta quanto più mediterete il Vangelo, quanto più farete in modo che il pensiero di Cristo diventi il vostro pensare. Dovete essere come le api che raccolgono il nettare e in loro stesse lo trasformano in miele. La Parola di Dio, da voi accolta e lungamente meditata, diverrà irresistibile sulle vostre labbra, perché, ancora una volta, sarà una Parola fatta carne.

Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio delluomo che sta alla destra di Dio”.

Dovrete curare molto l’interiorità, la preghiera, il contatto continuo e costante con il Maestro, l’unico e solo Maestro.

Come avvenne per Stefano, anche per voi la luce di Dio dovrà brillare sul vostro volto proprio perché sarete stati molto tempo, ed in modo proficuo, dinnanzi alla “Luce del mondo”, a Cristo Signore.

Prima che maestri dovrete essere discepoli, dovrete permettere che la Parola che uscirà dalla vostra bocca accresca prima di tutto la vostra fede.

La Chiesa, quale madre premurosa, vi dona il Breviario quale strumento attraverso il quale scandire il vostro tempo: vi sarà così chiesto di adempiere ogni giorno, per la Chiesa e per il mondo, al fedele servizio della Liturgia delle Ore.

Così la vostra vita, ritmata dalla preghiera, vi permetterà di comprendere che il vostro sarà ormai il tempo di Dio, e avrete la forza e l’entusiasmo di annunciare che ogni istante è il tempo favorevole, il tempo della Grazia, il tempo dell’incontro con Dio.

Nelle lunghe ore di preghiera, passate dinanzi al SS. Sacramento, sperimenterete come sia dolce e salutare, per la vostra fede e per il vostro servizio diaconale, contemplare Dio nel Suo Verbo fatto carne. Proprio come fu per Santo Stefano.

Vi sarà chiesto di custodire per sempre l’impegno del celibato per il Regno dei Cieli, a servizio di Dio e degli uomini, come segno della vostra totale dedizione a Cristo Signore.

Non è una rinuncia, è un dono, un dono da accogliere e custodire in ogni modo e ad ogni costo, perché è una via ricercata e privilegiata per amare Dio totalmente e in Lui e per Lui ogni persona. In questo modo il vostro celibato sarà fecondo, perché trasmetterà lo stesso principio della vita, e cioè l’Amore di Dio.

Vi sarà chiesta l’obbedienza. E’ la via attraverso la quale la volontà del Padre passa nella storia. “Non la mia ma la tua volontà sia fatta” (Lc 22, 42), ha pregato Gesù.

Così, miei cari Ordinandi, anche voi esercitate la virtù dell’obbedienza. Senza paura, senza rimpianti, ma con la gioia di chi sa di aver posto la sua vita e la sua volontà nelle mani amorevoli del Padre: Egli vi porterà, attraverso la via della Croce, alla gloria eterna. E nella misura in cui sarete obbedienti, potrete chiedere con autorevolezza l’obbedienza della fede a chi vi sarà affidato nella cura pastorale.

Lo Spirito Santo che sarà effuso in voi, vi renda esempio di ogni virtù: sinceri nella carità, premurosi verso i poveri, i deboli e gli ammalati, umili nel vostro servizio, retti e puri di cuore, vigilanti e fedeli nello spirito. La vostra vita, risplenda per generosità e castità e sia un richiamo costante al Vangelo, suscitando imitatori nel santo popolo di Dio. Siate forti e perseveranti nella fede, immagine vivente di Gesù.

Con questi sentimenti ci prepariamo ad invocare lo Spirito Creatore che faccia di voi i servi di Gesù Cristo, servi per amore dell’Amato.

Sento il desiderio di ringraziare tutti coloro che hanno curato la vostra formazione: in particolare i vostri Genitori, i vostri Parroci e i Sacerdoti che vi hanno guidato, il Rettore e gli altri Superiori del Seminario.

Coloro a cui sarete inviati per svolgere il vostro ministero diaconale, vi aiutino con la preghiera e con l’esempio a custodire la vostra vocazione, l’unico vero tesoro posto nelle vostre mani. Veglino su di voi la beata Vergine Maria, San Giuseppe, Santo Stefano, Sant’Irene, San Barsanofio, i Ss. Medici, San Rocco, San Vincenzo de’ Paoli e il beato Bartolo Longo. Amen.

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