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Omelia nell'Ordinazione Sacerdotale di don Giovanni Amico SdC

Ceglie Messapica, 20 dicembre 2014 - Parrocchia San Lorenzo da Brindisi

«Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola » (Lc 1, 38).

La quarta domenica di Avvento è come il retro di un palcoscenico poco prima dell’inizio dell’opera: sono presenti tutti gli attori e stanno per andare in scena. Si percepisce la carica emotiva e la stessa grandezza di ciò che da lì a poco si realizzerà: fra pochi giorni vivremo la celebrazione attualizzante del mistero dell’Incarnazione, lo squarcio nel velo del tempo dal quale Dio stesso, nella persona del Suo Verbo fatto Carne, entra nella storia dell’uomo per portare l’uomo nella storia di Dio, definitivamente!

Chi sono gli attori di questa meravigliosa opera? L’uomo, nel suo duplice volto, e Dio.

L’uomo, nella persona e nell’esperienza del re Davide, che con il volto segnato dal peccato, vuol dare una casa a Dio, vuol domiciliare Dio in un tempio fatto da mani d’uomo; vuole renderGli grazie per tutto ciò che ha fatto per lui, ma al tempo stesso vuole rendere Dio quasi gestibile, a portata di mano, sempre pronto ai suoi bisogni.

L’uomo, nella persona e nell’esperienza di Maria, che si consegna totalmente nelle mani del Suo Signore, con una remissività tale da permettere a Dio di compiere le Sue grandi meraviglie.

E Dio che si rivela, al tempo stesso, fedele alle Sue promesse e sorprendente nel realizzarle.

La casa che Davide vuol costruire per l’Arca di Dio, che contiene le tavole dell’Alleanza, è, invece, la casa che Dio dona all’umanità, Maria, in cui è deposta la carne della Nuova ed Eterna Alleanza: Gesù Cristo, Signore.

Dio è fedele alla Sua promessa!

E questa fedeltà di Dio ci interroga, non sulla nostra fedeltà, che sperimentiamo essere molto fragile e incostante, ma sulla capacità e volontà di accoglienza. Quanto siamo disponibili ad accogliere Dio che interviene nella nostra storia di peccato per farne la storia della salvezza?

Cari Amici, la liturgia di questa domenica ci impone una risposta per non trovarci impreparati all’evento del Natale, e per non rendere il Natale un giorno come tanti altri, senza una reale incidenza sulla nostra vita e sulle nostre scelte.

Il modello che ci è posto dinanzi è Maria che, con il Suo “Eccomi”, ci invita a fidarci di Dio e della Sua opera.

Caro don Giovanni, anche a te è posta questa domanda: vuoi accogliere la novità di Dio, che si fa uomo, nella tua vita, nella tua carne?

Il ministero sacerdotale, nel quale tra poco sarai immesso, ti chiederà di essere accogliente verso Dio e verso il prossimo. E l’accoglienza che sei chiamato ad esercitare non è quella di un tuo progetto ben definito, magari nella Congregazione dei Servi della Carità. Potrebbe non essere nemmeno il progetto della tua Congregazione perché Dio è imprevedibile! Potrebbe chiederti, all’interno della tua chiamata religiosa, un’accoglienza nuova, diversa, che richiede innanzitutto intelligenza spirituale per essere compresa e poi realizzata. Un’accoglienza di Dio che ti porterà certamente verso i bisognosi, ma forse verso quelli che tu non sai.

Così, devi essere pronto, come tutti noi dobbiamo essere pronti, a dire sempre e con gioia il tuo “Eccomi”. Un “Eccomi” fatto di piena disponibilità, fatto di carità intensa, di ricerca dei bisogni di chi ti sarà affidato.

Carissimo don Giovanni, diventando Sacerdote sarai chiamato ad insegnare la via che conduce al Padre, la via del Vangelo, con la stessa autorità di Cristo Maestro, dispensando la Parola di Dio a piene mani. E potrai fare ciò solo nella misura in cui ti sarai appropriato della Parola, nella misura in cui sarai diventato uno con la Parola che annuncerai. Comprendi bene che tuo primo ed imprescindibile compito sarà quello di studiare e pregare la Parola. Ricorda che Maria ha detto “Eccomi” con piena gioia e disponibilità perché aveva a lungo meditato la Promessa di Dio e la Sua Parola. Questa è la tua via. Così, mentre nutrirai il popolo di Dio e con la testimonianza della tua vita, densa di Vangelo, gli darai conforto e sostegno, diventerai costruttore del tempio di Dio, che è la Chiesa.

Con il tuo “Eccomi”, mai scontato e quotidianamente rinnovato, dovrai continuare l’opera santificatrice di Gesù. Per realizzare questa missione, dovrai, come dice l’Apostolo, portare nel tuo corpo la morte di Cristo e vivere in novità di vita. Così, mentre tu sarai unito al sacrificio di Cristo, che offrirai sull’altare, potrai offrire i fedeli in sacrificio spirituale gradito a Dio.

Caro don Giovanni, non dimenticare che sei stato scelto tra gli uomini per attendere in favore di tutti gli uomini al culto di Dio ed esercitare in gioia e carità sincera l’opera sacerdotale di Cristo, intento a piacere a Dio e mai a te stesso. Per questo non cessare mai di tenere lo sguardo fisso su Gesù, nostro unico e sublime modello.

Veglino su di te e sul tuo sacerdozio Maria Ss.ma Immacolata, Madre della Divina Provvidenza, San Luigi Guanella, San Barsanofio, i Ss. Medici, San Rocco e San Lorenzo da Brindisi. Amen.

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